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13.11.2018

Il tecnologo alimentare e lo sviluppo sostenibile del settore agroalimentare

Nel corso degli ultimi anni le tecnologie alimentari si sono evolute ed innovate per soddisfare la richiesta di alimenti sempre più diversificati e per venire incontro alle esigenze di un consumatore sempre più consapevole ed attento alla qualità degli alimenti. In quest’ottica si colloca la figura del Tecnologo Alimentare, professionista impegnato a garantire la qualità nel settore agroalimentare, nel rispetto dell’ambiente e della Sicurezza Alimentare.

L’agroalimentare è uno dei settori a più elevato impatto sociale e ambientale, che gioca un ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile dell’intero Pianeta. Una delle sfide di sostenibilità più sentite nel settore è la lotta allo spreco di cibo, che si concretizza intervenendo sui cicli di produzione, trasformazione e di utilizzazione dei prodotti agro-alimentari, attraverso un risparmio di alcune risorse fondamentali, in particolare materie prime, energia, acqua e suolo. In questo contesto, un ruolo fondamentale spetta al Tecnologo Alimentare, un professionista abilitato ad esprimere competenze e pareri di tipo tecnico, legislativo e gestionale nel settore agro-alimentare, essendo esperto della qualità, della sicurezza e della sostenibilità del sistema agro-alimentare.

Il Tecnologo Alimentare è un professionista abilitato che presenta competenze multidisciplinari, elencate nell’art. 2 della Legge 59 del 18 gennaio 1994 e che si inserisce nelle diverse filiere produttive per assumere la responsabilità nella conduzione e nel controllo dei processi di trasformazione, nella progettazione di nuovi alimenti nonché nell’analisi degli aspetti economici, socio-culturali e ambientali delle filiere stesse, al fine di gestire la complessità dei sistemi agro-alimentari. Questa figura professionale assume un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile del settore agro-alimentare, diventando il punto di riferimento per le Aziende del settore alimentare, per istituzioni pubbliche e private e per la collettività nel suo complesso in materia di qualità e sicurezza degli alimenti. Una condizione indispensabile per realizzare una piena sostenibilità agroalimentare è la condivisione delle conoscenze e degli obiettivi da parte di tutti gli operatori del sistema agroalimentare. In questo scenario di condivisione, il coinvolgimento di professionisti del settore, la corretta informazione e la valorizzazione dei prodotti del territorio rappresentano dei punti di forza per lo sviluppo di un atteggiamento consapevole nei confronti del cibo e del suo valore che si può raggiungere attraverso progetti di Educazione alimentare realizzati da Tecnologi Alimentari.

Educazione alimentare non vuol dire solo conoscere cosa contiene un alimento per saper scegliere quello più adatto alle esigenze del consumatore, ma significa soprattutto conoscere la provenienza dell’alimento, le modalità di produzione, trasformazione e conservazione e le regole di buona prassi igienica, così da individuare l’impatto ambientale del processo produttivo, conoscere l’aspetto etico/sociale e riconoscere il legame con il territorio. L’educazione alimentare, la salvaguardia della biodiversità e delle produzioni tradizionali collegate, la promozione di modelli alimentari rispettosi dell’ambiente e dell’identità culturale sono punti cardine per lo sviluppo sostenibile del settore agroalimentare. I Tecnologi Alimentari sono sempre più protagonisti nello sviluppo della sostenibilità agroalimentare poiché il loro bagaglio di conoscenze rappresenta un contributo determinante per gestire e arricchire quei percorsi educativi volti alla promozione della cultura alimentare, contribuendo a progettare, realizzare e gestire sistemi produttivi e linee di prodotti che rispondano ai criteri di responsabilità etico/sociale, ambientale ed economica.

E allora perché affidarsi ad un Tecnologo alimentare?
Per almeno tre motivi:

primo: perché è una figura in grado di fornire supporto strategico nella progettazione, nella gestione, nel controllo, nella ricerca e nello sviluppo dei sistemi agro-alimentari lungo tutta la filiera di trasformazione;

secondo: perché è un professionista e come tale deve rispettare un codice deontologico basato su lealtà, etica e segretezza professionale;

terzo: perché è iscritto in un Albo professionale, per cui è obbligato ad un continuo aggiornamento professionale che porta di conseguenza ad un miglioramento continuo della propria competenza professionale.

Per il Consiglio dell’OTA Molise
Il Presidente Emilio GERMANO

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La Legge Severino sull'anticorruzione e la trasparenza, compresi tutti i decreti attuativi, si applica anche agli Ordini professionali che devono pertanto rispettare gli obblighi sulla trasparenza amministrativa (decreto legislativo n.33/2013) e le regole sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. Lo stabilisce l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nella delibera n.145/2014.

Per deliberare l'applicabilità della Legge Severino agli Ordini professionali, L'ANAC ha ancorato il provvedimento sulla sentenza della Cassazione n.21226/2001 secondo la quale Ordini e Collegi sono "enti pubblici non economici, operano sotto la vigilanza dello Stato per scopi di carattere generale e le loro prestazioni lavorative subordinate integrano un rapporto di pubblico impiego".

La normativa in vigore in materia è rappresentata dalla legge 190/2012 e dal D.Lgs. 33/2013 che affidano alla "trasparenza" dell'attività amministrativa un ruolo decisivo per la lotta alla corruzione e all'illegalità nella pubblica amministrazione.

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